Italia anni ‘80: operazione nostalgia. A cura di Ilaria Solazzo. “Cosa resterà di questi anni 80?” cantava Raf in una delle sue più note canzoni.
Italia anni ‘80: operazione nostalgia. Molto, risponderei io che sono figlia proprio di quell’epoca che rappresenta, per me, una delle più belle in assoluto, per purezza, rispetto dei valori, capacità e gioia di vivere.
Italia anni ‘80: operazione nostalgia. Da qualunque angolo si guardi, quel decennio ha lasciato il segno e questo vale in particolare per il mondo della tv.
l’Italia è piena zeppa di siti internet dedicati al periodo, gruppi social, articoli su riviste specializzate e non, programmi televisivi e radiofonici che riscuotono sempre grosso successo in termini di audience.
E a questo si aggiunge il ricordo dei personaggi che dal piccolo schermo hanno segnato l’epoca di cui parliamo.
Serve ricordare che tanti presentatori televisivi oggi noti al grande pubblico hanno cominciato la loro carriera trasmettendo in radio proprio in quegli anni.
Cosa resterà degli anni ’80 a quanto pare non è solo il titolo di una canzone. Italia anni ‘80: operazione nostalgia.
A tal proposito, negli ultimi anni c’è stato un vero e proprio ritorno al passato: televisione, cinema, e anche la moda hanno infatti riportato in auge vezzi, oggetti e trend che hanno caratterizzato gli anni migliori del secolo scorso.
A prescindere dalla figura del suo proprietario, la TV di Berlusconi ha offerto a noi nati negli anni ‘80 un tripudio di emozioni. Programmi divertenti, oggi ritenuti dei “cult”.
Voglio ricordare a questo proposito e con grande affetto, due personaggi indimenticabili: Sandra Mondaini e Raimondo Vianello.
In coppia hanno raccontato a modo loro il nostro Paese per più di mezzo secolo.
Sulla grande giostra dello spettacolo nazionale, sono saliti innumerevoli personaggi ma non tutti hanno lasciato il segno come loro.
Approdati sulle reti commerciali dopo un lungo corteggiamento da parte di Berlusconi, diventarono tra i preferiti degli italiani che non potevano non amare questa coppia nella quale era facile rispecchiarsi.
Un rapporto vissuto tutto tra battibecchi e ironia, in un legame indissolubile che descrive la quotidianità in ogni sua sfaccettatura, grazie a due personalità forti, una coppia così impressa nell’immaginario collettivo da diventare un’unica entità.
Protagonisti, tra l’altro, di una delle sit-com più longeve e popolari: Casa Vianello.
16 stagioni, 338 episodi, svariati spin-off (Cascina Vianello, I misteri di Cascina Vianello, Crociera Vianello) e l’indiscutibile merito di aver bussato, con discrezione, alla porta degli italiani.
La sit-com incentrata sulla vita matrimoniale di Sandra e Raimondo, lanciata nel 1988, mostra tutte le sfumature di una relazione attraverso il gioco degli equivoci storicamente caro alla commedia all’italiana, ma in una forma diversa, innovativa. Italia anni ‘80: operazione nostalgia.
Dalla sigla iniziale, con la sua melodia martellante che ancora oggi non si riesce a dimenticare, alla storica scena finale, sempre ripetuta: loro due a letto, sotto le coperte, accompagnati dalla rituale formula “che noia, che barba, che barba, che noia!” di Sandra.
Da un lato Raimondo, l’arzillo anziano che sogna avventure amorose con giovani avvenenti, per poi restare sempre accanto alla compagna di una vita, di cui nonostante gli anni passati insieme è ancora innamorato, e Sandra, moglie attiva e vivace, sempre pronta a criticare l’attitudine “pantofolaia” del marito, ma anche a sostenerlo.
La serie presenta un ribaltamento della tradizionale visione patriarcale.
Sandra non è “l’angelo del focolare” che pende dalle labbra del marito, la mogliettina dedita alle pulizie, pronta a servire e riverire l’uomo di casa.
È, al contrario, sempre lei a tenere le redini della coppia, a prendere qualsiasi tipo di iniziativa e decisione.
Raimondo, di conseguenza, si adegua, spesso creando l’input per una scenetta comica.
È proprio questo scontro tra i ruoli a dare linfa alle sottotrame ironiche, che sovente sfociano nel tragicomico.
Raimondo rappresenta il classico maschio italiano: amante del calcio e delle belle donne, pigro, ordinario.
La variante impazzita è rappresentata da Sandra e dal modo in cui si rapporta col marito, soprattutto nella lotta contro la noia quotidiana.
Sandra e Raimondo hanno vissuto in simbiosi per oltre cinquant’anni, lavorando insieme sui set televisivi, per poi rincasare insieme e dedicarsi alla propria storia tra le mura domestiche.
Casa Vianello è solo l’ultimo capitolo di una carriera poliedrica per entrambi e il passaggio a Mediaset non comprende soltanto quiz, varietà e l’enorme successo della sit-com, ma garantisce a Raimondo di tornare a una sua antica e mai abbandonata passione: il calcio.
Partecipa a diverse trasmissioni sportive sia in veste di conduttore che come opinionista, smorzando le tensioni sportive con l’arguzia e l’ironia. Italia anni ‘80: operazione nostalgia.
Quando la sua carriera sembra quasi giunta al termine, riesce a realizzare un sogno nel cassetto da decenni: presentare, alla veneranda età di 76 anni il Festival di Sanremo.
Il mosaico delle trasformazioni di questa coppia di talenti è così esteso da rappresentare il fulcro di un mondo dello spettacolo che oggi sembra non esistere più.
Restare sulla cresta dell’onda per tanto tempo, senza essere mai dimenticati, è sinonimo di una fedeltà assoluta ricevuta da parte dello spettatore.
Persino la loro scomparsa ha rappresentato il prolungamento di ciò che Sandra e Raimondo hanno condiviso con il pubblico.
Lui viene a mancare nel 2010; lei è già malata da tempo, e non riesce a sopportare la vita senza la sua metà, tanto da spegnersi solo cinque mesi dopo.
Nemmeno il più brillante sceneggiatore di “Casa Vianello” avrebbe potuto creare, per loro, un finale così coerente. Sandra Mondaini giace nel cimitero di Lambrate accanto ai genitori, mentre Raimondo Vianello è sepolto al Verano nella Capitale.
Storia eccezionale di una donna normale quella della Mondaini. Donna dai molteplici talenti la cui vita meriterebbe un film biografico incentrato su di lei.
Mai volgare, mai eccentrica, sempre elegante e simpatica.
La conobbi a Cologno Monzese durante la registrazione de “La notte vola” di Lorella Cuccarini, dove ero tra il pubblico.
Avevo 18 anni. Lei mi sorrise e parlando con Lorella mi paragonò esteticamente ad una donna famosa, ne fui onorata e sono felicissima di poter dire che nella mia vita ho incontrato Sandra Mondaini.
Passavo interi pomeriggi e domeniche a guardarla in compagnia dei miei nonni e l’ho amata tantissimo anche in “Caro maestro” serie televisiva del 1996 con Marco Columbro ed Elena Sofia Ricci in cui interpretava Zia Ottilia.
Di lei apprezzavo soprattutto carisma, un motore molto potente: un individuo dotato di questa essenziale qualità è capace di smuovere le montagne perché trascina naturalmente con sé chiunque gli stia attorno.
È questa la sensazione che dava questa coppia di attori, comici, drammatici, capaci di accompagnare con intelligente ironia e leggerezza generazioni di spettatori.