“Vorrei una Voce”: Tindaro Granata porta Mina e storie di rinascita alla Sala Umberto. Dal 12 al 14 novembre, un monologo emozionante che intreccia musica e teatro, ispirato al progetto con detenute della Casa Circondariale di Messina.
Tindaro Granata porta in scena il suo nuovo spettacolo, “Vorrei una voce”, dal 12 al 14 novembre 2024 alla Sala Umberto di Roma. Il monologo, ispirato al progetto teatrale “Il Teatro per Sognare” condotto nella Casa Circondariale di Messina, intreccia canzoni di Mina e storie umane profonde.
“Vorrei una Voce”: Tindaro Granata porta Mina. Lo spettacolo si sviluppa come un dialogo intimo e universale sul tema del sogno, una dimensione essenziale per l’anima umana.
La perdita della capacità di sognare, esplorata attraverso il racconto delle detenute-attrici, diventa il fulcro di questa narrazione teatrale.
Tindaro Granata, autore e interprete, ha tratto ispirazione dal lavoro svolto con le detenute di alta sicurezza del teatro Piccolo Shakespeare.
L’esperienza ha permesso di creare un ponte tra la propria vita personale e quella delle donne, accomunate dalla mancanza di sogni e dalla ricerca di un riscatto.
Il progetto teatrale è nato con l’intento di restituire alle detenute una femminilità soppressa e la libertà di espressione.
Attraverso il canto in playback delle canzoni di Mina, le donne hanno interpretato le proprie storie, recuperando emozioni e desideri dimenticati.
Granata ricorda come il lavoro con le detenute lo abbia aiutato a ritrovare il senso del proprio percorso di vita e artistico.
“Mi sono sentito recluso da me stesso,” racconta, sottolineando il parallelo tra il vissuto personale e quello delle donne incontrate.
“Vorrei una voce” è una celebrazione del potere trasformativo del teatro, che offre alle persone un’occasione per ricucire strappi emotivi e ritrovare forza interiore.
In scena, Tindaro porta con sé le emozioni, i sorrisi e le lacrime delle detenute, trasformandole in storie universali.
La narrazione si svolge su uno sfondo musicale e visivo suggestivo, con il design delle luci di Luigi Biondi e i costumi di Aurora Damanti.
La luce calda e avvolgente accompagna i momenti più intensi, mentre i costumi, ricchi di paillettes, evocano il fascino della cantante Mina.
Ogni elemento scenico è pensato per enfatizzare la dimensione emotiva dello spettacolo, che scivola tra ricordi, desideri e momenti di trasformazione. Le giacche oro e le camicie di paillettes permettono al protagonista di passare da una storia all’altra con eleganza e sensualità.
Granata racconta come l’uso delle canzoni di Mina in playback abbia offerto alle detenute uno spazio di libertà creativa.
Attraverso la musica, ciascuna donna ha potuto esprimere le proprie emozioni, dando voce a storie di dolore, speranza e rinascita.
Il progetto si è ispirato all’ultimo concerto live di Mina alla Bussola nel 1978, ricreandone l’atmosfera in un contesto carcerario.
Questa ambientazione simbolica ha permesso alle detenute di recuperare una dimensione di sogno e libertà.
In “Vorrei una voce”, Granata non porta in scena direttamente le detenute, ma si fa portavoce del loro vissuto con profondo rispetto e sensibilità.
Lo spettacolo diventa così un tributo al potere del teatro come strumento di trasformazione personale e collettiva.
La drammaturgia di Granata non si limita a raccontare storie, ma invita il pubblico a riflettere sull’importanza di sognare e di credere nella vita.
La spinta irruente che permette di sopportare e affrontare le sfide diventa un tema centrale dello spettacolo.
Le luci di Luigi Biondi giocano un ruolo fondamentale, creando atmosfere intime e coinvolgenti che amplificano la forza delle storie raccontate.
Controluce e luminarie simboleggiano anime in cerca di libertà, enfatizzando i momenti più toccanti.
Aurora Damanti ha ideato costumi che richiamano l’eleganza e il carisma di Mina, integrando elementi vintage e moderni.
Paillettes, colori metallici e trasparenze riflettono la complessità delle emozioni espresse in scena.
L’uso di materiali luminosi e tessuti semitrasparenti permette di creare un effetto visivo che arricchisce l’esperienza teatrale.
Gli abiti di scena rappresentano un ponte tra il mondo delle detenute e quello della musica di Mina, simbolo di libertà artistica.
Tindaro Granata interpreta ogni storia con intensità, alternando momenti di dramma e leggerezza in un monologo di grande impatto emotivo.
La sua performance coinvolgente cattura l’attenzione del pubblico, trasmettendo messaggi di resilienza e speranza.
Il teatro diventa uno spazio di condivisione, dove il pubblico può riflettere su temi universali attraverso una narrazione intima e toccante.
L’esperienza di Granata con il progetto “Il Teatro per Sognare” dimostra come l’arte possa ispirare cambiamenti profondi.
“Vorrei una voce” è un invito a non abbandonare i propri sogni, anche nei momenti di difficoltà.
Lo spettacolo celebra la forza dell’anima umana e la capacità di rinascere attraverso la creatività.
Dal 12 al 14 novembre, il pubblico della Sala Umberto avrà l’opportunità di vivere un’esperienza teatrale unica.
I biglietti, disponibili online, vanno da 16 a 22 euro, offrendo un accesso accessibile a uno spettacolo di grande qualità.
Per informazioni e prenotazioni, è possibile contattare la Sala Umberto tramite email o acquistare i biglietti sui portali ufficiali.
Questo evento rappresenta un’occasione imperdibile per esplorare il potere del teatro e della musica come strumenti di trasformazione.
Leggi anche:
https://www.buonaseraroma.it/tonfa-uno-sguardo-ironico-e-crudo/
https://www.unfotografoinprimafila.it/notte-bianca-2024-a-villa-medici/
https://www.buonaseraroma.it/al-bar-dellrca-un-viaggio-musicale-tra-storia-e-aneddoti/
https://www.unfotografoinprimafila.it/la-mia-vita-a-passi-di-danza-giuseppe-picone-si-racconta/